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1989: è organizzato a Stresa un “incontro italo-francese di sociolinguistica” seguito nel 1990 dal convegno nazionale del GIscel dal titolo “La grammatica del parlato e dell’ascolto”. Nasce in seguito a queste due iniziative il GIscel Piemonte (Gruppi di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica) proprio con sede a Verbania. Il Comune ci mise a disposizione all’epoca una delle stanze di Villa Olimpia.

2003. I temi dell’ascolto e del parlato sono quindi diventati oggetto di un lavoro di ricerca che ha portato il gruppo a costituirsi in “Centro di Ricerche sul Linguaggio e l’Educazione” con uno statuto depositato presso l’Ufficio Registro del Comune di Verbania. Da quel momento la narrazione scritta e orale viene messa al centro dell’attenzione e studiata in modo più sistematico attraverso le opere di autori quali Walter Ong, Paul Zumthor e Corrado Bologna.

2008. Alcuni componenti del centro di ricerche (Agostino Roncallo, Alessandra Freschini e Fabrizio Borsani) iniziano ad attivare collaborazioni con centri e biblioteche per incontri di lettura, soprattutto in occasione della presentazione del volume “Uva, Ribes e Gelso” di Agostino Roncallo e Fabrizio Borsani. Nasce così l’iniziativa della “Serata della memoria” che ogni anno, nel mese di aprile, è diventata un impegno fisso grazie all’organizzazione dell’assessore Luisa Cerutti del Comune di Arizzano.

2010. La svolta che trasforma un gruppo di ricerca in un laboratorio attivo sul campo avviene proprio quest’anno, nel momento in cui ci si rende conto che la narrazione scritta non è un fenomeno a sé stante ma che è nell’oralità che si ritrovano i ritmi e le tonalità che caratterizzano i testi scritti. Distinguere pensiero e linguaggio oppure la narrazione come modalità di pensiero dal testo narrativo vero e proprio, è impossibile. Il problema ricorda  il dilemma di Yeats su come distinguere il danzatore dalla danza; di fatto, la nostra mente crea un testo e in quest’ultimo essa si ritrova per creare nuovamente. Ragionando in questi termini i componenti del gruppo, fino ad allora scrittori, diventano anche interpreti nell’oralità dei loro stessi testi.

2011. Il gruppo si avvicina così al cosiddetto “Teatro di narrazione” e per l’editore Morlacchi di Perugia nasce una collana fatta di libri e di audiolibri dal titolo per l’appunto “Il teatro della narrazione”. La differenza nell’uso della preposizione di/della non è casuale: se il “teatro di narrazione” è una forma di teatrale fatta di narrazioni orali, il “teatro della narrazione” è al contrario una narrazione scritta che si fa teatro. In pratica, una “scrittura ad alta voce”, una narrazione che nel suo incedere rivela in pari tempo la dignità della scrittura e la corporeità della voce. Primo titolo di questa nuova collana è “Le rose di Babel” dello scrittore romano Settimio Marcelli.

2013. Il Laboratorio di narrazione fa la sua prima uscita pubblica con il primo festival di narrazione organizzato a Trarego dalla Pro Loco. Siamo a fine Luglio e fa freddo in quell’estate, il Comune è all’oscuro dell’iniziativa e pochi sono i partecipanti. Le narrazioni erano in quel caso dedicate al tema del “confine”, non inteso solo in quanto spazio geografico, ma anche storico, psicologico, esistenziale. Il festival di Trarego verrà ripetuto l’anno successivo con risultati non migliori dal punto di vista della partecipazione del pubblico. In questa seconda occasione vengono introdotti i laboratori di teoria e tecnica della narrazione.

2014. Quest’anno è particolarmente denso di iniziative per il laboratorio, che inizia una collaborazione con il Comitato-Progetto Territorio del Comune di Vogogna. Il 6 e 7 Settembre del 2014 nasce così il festival di narrazione “Raccontare nel borgo” che si svolge nella bella cornice del Palazzo Pretorio. La partecipazione è soddisfacente e anche i laboratori pomeridiani condotti da Agostino Roncallo e Mirko Zullo, suscitano l’interesse di potenziali scrittori e narratori, alcuni dei quali come Maria Grazia Dante e Luciana Grassi entreranno stabilmente a far parte del gruppo. L’iniziativa si deve anche all’impegno organizzativo di Fabio Iacopino che collaborerà con il “laboratorio” pubblicando il racconto “Una delega in bianco” nella collana Morlacchi. Da lì a poco, il 24 Ottobre, presso “La Fabbrica” di Villadossola lo stesso comitato Progetto-Territorio organizza in collaborazione al nostro laboratorio una serata di letture dedicata ai racconti di Rino Romano. Nasce in questa circostanza anche la collaborazione con l’associazione “Leg(g)ittima Difesa” di Mirko Zullo. La serata ha un buon successo di pubblico.

2015. Nell’inverno del 2015 inizia una collaborazione con la Casa-museo della Resistenza di Ornavasso grazie all’iniziativa del suo presidente Emanuele Rossi. Nella circostanza vengono realizzate tre serate dal titolo “Tre appuntamenti con il teatro della narrazione”. Le serate, distanziate un mese l’una dall’altra, hanno un diverso focus tematico: Contro la guerra, Contro ogni regime, Contro il fascismo. Diversi modi di essere “resistenti”. Differenti narratori si sono alternati nella lettura di testi poco conosciuti, anche se di autori noti come Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Emilio Lussu. Ma non mancano inediti, come la storia che racconta il rifiuto opposto da alcuni ufficiali del Battaglione Intra a ordini particolarmente crudeli del loro comando. Dare una voce alla “Resistenza” ha significato in questo caso rivivere delle storie, riportarle al presente con tutto il suo carico di emozione e coinvolgimento emotivo. La collaborazione con il Museo di Ornavasso si è rinnovato altre volte e sempre alla presenza di un pubblico attento e partecipe.

A fine Agosto del 2015 inizia la collaborazione con il Comune di Cannero per un festival dal titolo “Come diventare narratori: un festival per imparare l’arte del racconto”. L’iniziativa ha un buon successo e nasce in questo caso la collaborazione con l’attore Andrea Brugnera del teatro Kamina di Orvieto. Oltre che degli spettacoli serali, Andrea darà vita anche al laboratorio “Il gioco del teatro” mentre il “Laboratorio di narrazione” sarà in questo caso protagonista di un nuovo laboratorio dal titolo “L’artista biodegradabile”. L’idea di fondo è che essere artisti significa dunque esserlo biologicamente perché nulla di diverso occorre fare se non seguire la propria natura. Ma significa anche essere degradabili, o meglio biodegradabili, perché non c'è bellezza senza tutte le imperfezioni che sono in noi: il linguaggio,  è tappezzato di pelle, rivela la grana della gola, la patina delle consonanti, la voluttà delle vocali, è un linguaggio che raspa, taglia, gioisce, ferisce, nella scrittura come nell'oralità. Si scrive, ad alta voce.

A Settembre del 2015 il laboratorio darà vita a “La narrazione e le storie”, due serate di Beura Cardezza, con buona partecipazione di pubblico, organizzate dal Comune nella persona di un sindaco attivissimo che di persona si occupava di disegnare e installare cartelli indicatori.

2016. L’evento principale dell’inverno è la pubblicazione del volume “Un mestiere imparato a memoria”, curato da Matteo Iolita per la collana Morlacchi di Perugia. Tutti i testi parlano del tema del lavoro visto dal punto di vista esperienziale ma anche filosofico e piscologico. Si tratta del primo libro collettaneo nel quale gli autori sono per lo più gli stessi componenti del laboratorio: le presentazioni del libro a Verbania, Omegna, Gravellona Toce, Arizzano, Ornavasso e Villadossola, diventano altrettante occasioni teatrali in cui gli scrittori si trasformano in attori recitanti. Il pubblico si rivela sempre interessato e partecipe.

Nel frattempo entra a far parte del laboratorio anche Carla De Chiara che porta con sé la sua esperienza teatrale e l’artista Marisa Cortese, dalla cui  collaborazione quale nasce l’esperienza dei “libri d’artista” e, nel 2017, quella con le Wunderkammer (Le stanze delle meraviglie) a Villa Giulia a Pallanza. I componenti del laboratorio, da scrittori e attori quali erano, si trasformano in questo caso in artisti dando a vita a opere tratte e ispirate ai racconti appena pubblicati.

L’estate del 2016 vede il gruppo impegnato nella realizzazione di “Amarsi un po’”, uno spettacolo narrativo-musicale che nasce dalla collaborazione del laboratorio teatrale con il musicista Stefano Cupelli. La parte musicale è dedicata alle canzoni di Lucio Battisti che sono intervallate da brevi narrazioni scritte da Agostino Roncallo, Paolo Ferrante, Laura Fabris.

2017. Il laboratorio ha preparato uno spettacolo dedicato alle storie della popolazione Walser, rielaborando i testi della tradizione orale e facendoli rivivere sulla scena.

Il 22 Settembre il laboratorio partecipa a Domosofia portando in scena un omaggio a Italo Calvino e al tema della "leggerezza". Si arriva così al 2017 nel corso del quale inizia una collaborazione con lo scrittore musicista Michele Anelli con il quale si realizza lo spettacolo musicale-teatrale "La scelta di Bianca".

Proprio negli ultimi mesi del 2017 inizia infine una collaborazione con l'editore mialnese Mnamon che porta il gruppo alla rappresentazione dell'atto unico "Lattante" della scrittrice marchigiana Ludovica Masci e alla pubblicazione del relativo audiolibro.

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