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Dal 1989, anno della fondazione del centro di ricerche, i miei studi mi hanno portato a progettare un laboratorio che abbia le seguenti caratteristiche:

A) Un Laboratorio di Narrazione come comunità aperta e gratuita all’interno della quale ognuno può decidere di inserirsi per fare esperienze di scrittura e lettura.

B)Lo scopo del laboratorio è per me una ricerca è collettiva e nello stesso tempo individuale perché, in assenza di canoni prefissati, ogni partecipante potrà avviare una ricerca sul “sé” al fine di individuare le modalità espressive che naturalmente gli appartengono (concezione naturalistica dell’attore) per poi confrontarle nel momento comune (gruppo allargato).

C) Gli incontri si svolgono in seduta plenaria in quanto il momento comune è necessario affinché tutti possano confrontarsi con gli altri e rivelare attraverso l’uso della gestualità e della voce il tipo di lettura così elaborata.

D) Voce e gestualità sono nella mia ipotesi l’oggetto di una ricerca dei ritmi, delle tonalità e delle posture che contraddistinguono il singolo individuo: anche in questo caso la ricerca sarà individuale oltre che collettiva.

E) La ricerca sul sé contraddistingue questa forma di teatro e la distingue dal teatro tradizionalmente inteso perché imperfezioni di pronuncia e posture atipiche contribuiscono a dare maggiore espressività al monologo. Per tale ragione attività teatrali che tendano a uniformare l’espressione (dizione, uso del diaframma, gestualità) sono inconciliabili con un modo di vedere il teatro e la narrazione che punta sulla ricerca delle potenzialità dell’io creativo.

F) Per le stesse ragioni di cui sopra appare superflua la figura di una direzione artistica o di una regia: la costruzione di uno spettacolo avviene attraverso un confronto in occasione delle “prove”, durante le quali ogni partecipante ha la possibilità di dare un contributo personale, secondo la propria sensibilità, aiutando così gli altri nella messa a punto di una “performance” via via più efficace.

G) Ogni attore del laboratorio sarà di conseguenza “autore” della propria performance teatrale, sia che essa sia stata scritta lui stesso, sia che sia stata scritta da altri.

H)L’obiettivo non è solo la valorizzazione individuale ma anche e soprattutto la crescita collettiva: per tale motivo è importante che i più esperti si mettano a disposizione degli altri, fornendo incoraggiamenti e consigli.

I) Gli spettacoli in pubblico non dovranno necessariamente puntare alla perfezione tecnica ma a restituire sulla scena le energie che si sono caricate sul gruppo; ogni attore avrà la possibilità di misurarsi con il pubblico sulla scena al fine di: comprendere le proprie potenzialità e i propri limiti, migliorarsi, rivelare la propria personalità.

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